La rieducazione del reo e la convenzione per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità in regime di messa alla prova

Data:
29 Novembre 2018

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È stata firmata nella mattinata di ieri, mercoledì 28 novembre 2018, la convenzione tra il Tribunale di Matera, nella persona del Presidente Dott. Giorgio Pica e il Comune di Policoro, nella persona del Sindaco Dott. Enrico Mascia, per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità (LPU), sanzione penale alternativa al carcere.

L’articolo 27 della nostra Costituzione sancisce che “la responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte”.
A ragion del vero, il 3 comma del predetto articolo, offre spunti di riflessione in merito alla funzione delle pene, tendenti alla rieducazione del reo.
Invero, la rieducazione ha come finalità principale il reinserimento del prevenuto nel suo contesto sociale che, però, lo ritiene non colpevole sino alla sua condanna definitiva.
Ogni comune, provincia, regione, Stato, affinché possa porre in essere atti idonei ed a favore della collettività, deve volgere il suo sguardo alle esigenze tutte dei suoi cittadini, senza ergersi a Giudice supremo, ma ponendosi in una posizione imparziale ed adottare tutto quanto necessario per il benessere e la crescita della comunità.
Tanto, è ciò che il Comune di Policoro ha sposato in prima persona, con la stipula della convenzione, con il Tribunale di Matera, per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità in regime di messa alla prova (delibera di G.C. n. 162).
Finalità primaria di predetto istituto, è il proscioglimento dell’imputato (ricordiamo, ancora innocente!) per estinzione del reato ascrittogli, laddove il periodo di messa alla prova si concluda con esito positivo.
Se è vero che le pene non devono essere forme di mortificazione della dignità umana, ma tendere alla rieducazione del condannato, il Comune di Policoro, con la stipula della convenzione odierna, offre uno strumento di riabilitazione a tutti i prevenuti che, seppur “inciampando” nel loro percorso, hanno la possibilità di riscattarsi, dopo aver progressivamente riacquisito le proprie abitudini sociali, ed inserirsi nuovamente nella società in modo dignitoso.
È proprio attraverso questa lente che il Comune di Policoro vede in una nuova prospettiva tutti coloro i quali scelgono liberamente di addivenire alla messa alla prova, coadiuvati dalla figura dell’assistente sociale e svolgendo mansioni di rilevanza sociale, in un percorso offerto loro dall’Ente, prospettiva questa di una società che possa dirsi civile ed avanzata.
Il Comune, dunque, con la stipula della predetta convenzione, crea una motivazione che induce i prevenuti ad adottare comportamenti socialmente corretti, attraverso uno strumento che responsabilizza e fa assumere consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni, riducendo il pericolo che il soggetto ricada, in futuro, nel reato.
D’altro canto, la funzione socio – rieducativa della messa alla prova, si coadiuva con il rimedio al famigerato sovraffollamento delle carceri, favorendo un decremento del numero dei detenuti.
Invero, la detenzione in carcere è inadatta alla risocializzazione, anche perché molto spesso non vi è proporzione tra fatto commesso e pena irrogata. Perché infliggere pene che siano un “di più” rispetto a quanto dovuto, bypassando, dunque, la funzione della pena? Quanto può esserci di rieducativo su un sistema basato sulla detenzione in carcere che, alla base, pone restrizioni alla libertà personale dell’individuo?
Il nostro Comune risponde a queste domande con un atto di concretezza.
La ratio e la forma mentis del “è giusto, deve pagare per quello che ha fatto”, un vero e proprio must di una società che punta il dito e non lascia il beneficio del dubbio, trova un limite con la convenzione stipulata che, invece, volge il suo sguardo altrove, puntando ad una società che mira a costruire un futuro dignitoso per tutti, garantendo anche una seconda possibilità a chi, dopo aver “sbagliato”, se ne sia pentito, guardando all’uomo come individuo che può cambiare e non come ad un soggetto colpevole.
Solo entrando in questa ottica, possiamo costruire una società che guarda ai diritti dell’uomo, che non calpesti i valori della dignità umana, garantiti dalla nostra Carta dei diritti fondamentali che, con la stipula dell’odierna convenzione, il Comune di Policoro tende a perseguire.

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Ultimo aggiornamento

29 Novembre 2018, 11:08