Data:
Giugno 23, 2021

Il paesaggio Policorese, così come si presenta oggi allo sguardo del visitatore, è il risultato dei ripetuti interventi dell’uomo (antropizzazione) avvicendatisi nei secoli, se non nei millenni; come tale, al pari degli elementi urbanistici o architettonici, rappresenta un bene comune in quanto testimonianza ed espressione dei valori storici, culturali e naturali dell’uomo, che ha plasmato e trasformato il proprio eco-sistema in un dialogo incessante tra necessità di vita e natura.

Posto tra i fiumi Agri e Sinni, gli antichi Akiris e Siris delle popolazioni Greche che abitarono il territorio Policorese fin dal VII sec. a.C., che rappresentarono sin dall’epoca arcaica i confini o limiti del territorio, l’abitato di Policoro si è sviluppato lungo l’altipiano sovrastante la litoranea Jonica. Sulla riva destra dell’Agri sorgono i resti del passato arcaico e feudale della Città: sulla punta orientale della collina che sovrasta il fiume, il Castello del Barone con la cappella baronale, quanto rimane dei giardini del Barone e, verso occidente sino all’area Archeologica che conserva le vestigia delle antiche Heraclea e Siris, un susseguirsi di orti urbani e frutteti ancora oggi amati e curati dai cittadini. Ai piedi della collina si estende la Borgata Vecchia, con le tipiche casette a schiera destinate ai salariati e agli stagionali del Barone.

L’assetto del moderno abitato si deve al primo Piano Regolatore, elaborato nel 1964 dal prof. Alberto Lacava e dall’architetto Pasquale Mecca, che rappresentò l’atto fondativo urbanistico della città odierna; le varie tipologie insediative sono strutturate per fasce parallele alla costa e sono ancora perfettamente riconoscibili nel paesaggio odierno: una fascia di sviluppo turistico lungo la costa, quindi una fascia per le attività agricole, una fascia per le attività produttive, e infine quella residenziale a monte della litoranea sull’altopiano. Il paesaggio rurale, punteggiato dalle case coloniche o “palazzine”, conserva ancora oggi l’assetto viario, la maglia interpoderale, la divisione in lotti operata dai tecnici della Riforma.

Sulla riva sinistra del Sinni è situata la Riserva Naturale Orientata del Bosco Pantano, con un succedersi di aree boschive e acquitrinose, macchia mediterranea, ed il celebre paesaggio dunale fin sulla costa, dove il fiume trova oggi la sua foce.

L’attenzione al paesaggio quale effetto del dialogo tra uomo e natura, che pare acquisizione eminentemente moderna, è già riflessa nel testo delle preziose Tavole di Heraclea, che sanciscono il valore della conservazione del paesaggio rurale (la chora) e boschivo, con una progettazione e programmazione dettagliata relativa sia al succedersi degli insediamenti produttivi, delle coltivazioni e delle aree boschive, sia ai corretti interventi di manutenzione pertinenti da parte degli assegnatari, ed in cui vengono stabilite dai magistrati a ciò preposti le sanzioni per coloro che ne alterano l’assetto.