Il paesaggio e gli assetti urbani e rurali del Metapontino hanno risentito fortemente degli interventi di costruzione, ri-costruzione e risanamento operati dell’Ente per la Riforma Fondiaria, congiuntamente con i Consorzi per la Bonifica ed altri Enti deputati. La costruzione dei nuovi centri e borghi rurali, tra cui i centri di Policoro, Scanzano Jonico, Marconia, così come i villaggi di Macchia di Ferrandina o anche il Borgo Venusio a Matera, sono alcuni dei raggruppamenti urbanistici realizzati dall’azione riformatrice degli anni ’50.
Con la Legge dell’8 Gennaio 1952 il territorio della Riforma di Puglia, Lucania e Molise venne classificato come comprensorio di bonifica di prima categoria, considerata la valenza eccezionale che esso rivestiva ai fini della colonizzazione. Nel territorio lucano, l’impronta più evidente delle opere connesse alla Riforma fu quella impressa sul paesaggio urbano ed agrario della costa Jonica, che ancora oggi conserva la strutturazione dell’appoderamento dei fondi assegnati ai contadini e la rete viaria, secondo molti studiosi ispirata ai sistemi di divisione in lotti attestati nelle colonie magno-greche di Metaponto ed Heraclea (Policoro), il sistema irriguo e le opere di bonifica, la costruzione dei “centri servizi” da cui si sarebbero sviluppate nel tempo le moderne città.
Con il passare degli anni aumenta la consapevolezza del valore storico e della conseguente necessità di salvaguardia e valorizzazione dell’intero impianto costiero, le cui rapide trasformazioni rendono sempre meno leggibili i segni lasciati dal più imponente intervento riformatore della Repubblica nel Sud Italia, e sempre più fragili l’equilibrio paesaggistico ed ambientale che ne derivano.